ASANA

Seduta, pausa, posa ... ...


Perché fare una pausa? 

Lo yoga propone di soggiornare in diversi ambienti corporei, le asana, e le pose. Contrariamente alle pratiche sportive, il gesto non ha un obiettivo esterno, come lanciare una palla, completare una prestazione o raggiungere un obiettivo. Contrariamente alla danza, o a ciò che alcuni siti di yoga possono suggerire, la postura non persegue un obiettivo estetico: non si tratta di dare a vedere una bella posizione del corpo, un atteggiamento, anche se la maggior parte delle posture presenta un'innegabile bellezza visiva. 


Lo yoga ci offre la possibilità di un gesto senza altro oggetto che è la coscienza del gesto, dall'interno. In verità, il corpo è il campo in cui la coscienza può smettere di proiettarsi verso l'esterno per risalire alla sua sorgente. Per questo il praticante non esegue un'asana: si abbandona ad essa, a questa configurazione del corpo-coscienza che gli permette di fermare il flusso dei pensieri per sbocciare verso l'interno. 

La precisione di un sigillo

È necessario imparare le posture, specialmente all'inizio. Ogni insegnante di yoga impara l'anatomia, la meravigliosa geografia delle ossa, dei tendini, dei muscoli, degli organi, del sistema nervoso; e, naturalmente, lo yoga ha molteplici effetti sulla salute, a partire dalla riduzione dello stress, causa di molte patologie. 

Quindi il praticante impara come entrare in una postura, come trovare facilità e come uscirne. A volte fa conoscenza con muscoli sconosciuti a lui fino ad allora. Impara a respirare nella postura invece di trattenere il respiro e contrarsi sotto lo sforzo. In particolare, impara a superare i riflessi di sopravvivenza. 

Tutti questi preparativi tecnici costituiscono un immenso viaggio; lo portano ad entrare in una forma specifica, una geometria sacra che potrà così trasmettere il suo messaggio: sprigionamenti energetici, liberazione di memorie emotive o altri, spazi di coscienza. 

Queste posizioni codificate sono sigilli, forme della coscienza incarnata, ed è per questo motivo che ci si ferma, ci si rimane.

Animare la postura con il respiro

Tutti respiriamo sin dalla nascita in modo riflesso: non abbiamo bisogno di pensarci, facciamo le nostre cose e il respiro è fatto da solo. Lo yoga abbraccia tutti gli aspetti della vita, e la respirazione mantiene la vita. Nello yoga, tutto torna ad essere consapevole, tutto ritorna alla sua natura essenziale di coscienza, quindi bisogna cominciare dalla fonte: il respiro.
Una postura o una sequenza di posizioni, come nel Vinyasa yoga, non esiste senza la respirazione. Si potrebbe anche dire che la sola respirazione cosciente è una posa. All'inizio della sessione, e in qualsiasi momento della giornata, il praticante prende coscienza del suo respiro; si osserva respirare, senza intenzione. Questo momento è molto importante, nella sua semplicità. Non cercare la respirazione ideale, non agire sulla respirazione, non sforzarsi di modificarla. Nessun giudizio, nessuna azione. Ed è questo il miracolo: a poco a poco, la respirazione si modifica, si amplifica, apre nuovi spazi nel corpo. Troverà anche il suo ritmo, che può essere diverso a seconda delle sessioni. Una volta installata la postura, lo yogi può rendersi disponibile a queste trasformazioni del respiro che animeranno il corpo-coscienza. Può così liberare i profumi, i sapori (rasa), queste energie sottili inclini nello scrigno della postura quel giorno. 

Uscire dal corpo delle memorie

Fin dalla nascita respiriamo, e dalla nascita siamo in relazione con il nostro ambiente. Tutti noi abbiamo sperimentato la fame, il freddo, l'attesa... tutti abbiamo sperimentato lo stress di vivere in un corpo limitato e dipendente dagli altri. La nostra struttura individuale, fisica, emotiva e mentale, è fatta per sopravvivere a questi traumi. Tutto questo nel tempo costituisce la nostra esperienza e, alla fine, la nostra identità. 

Tutte queste memorie si depositano nel corpo-coscienza, nei nostri muscoli, nelle nostre viscere, nel nostro respiro. Lo modellano. È difficile prendere coscienza di ciò che costituisce la nostra storia, e quindi la nostra identità da così tanto tempo. 

Nello yoga prestiamo attenzione al respiro, al movimento, agli spazi interni che si aprono o si chiudono. È così che a volte si liberano delle emozioni, in forme molto diverse, dal tremore, il pianto, fino al sentimento emotivo «senza ragione». I praticanti sanno che «passano» una postura: improvvisamente diventa possibile perché hanno creato il cammino.

Lo spazio infinito del corpo-coscienza

Rimesse in circolazione, queste emozioni si elimineranno naturalmente. Così si liberano degli spazi interni che vanno d'altronde talvolta a corrispondere con dei cambiamenti all'esterno, nella vita del praticante: ciò che non era possibile lo diventa; le relazioni si calmano; la persona incontra un'opportunità nel lavoro; Trova la casa dei suoi sogni, eccetera.

Perché l'universo infinito si riflette nei nostri spazi interni, così come la nostra coscienza si riflette nell'universo che percepiamo. 

La sensazione di essere in una postura si manifesta spesso con la percezione di spazi interni, di rilascio, di calore, di flussi di energia... Ciò che era ingombrante si svuota, la leggerezza si deposita in noi, la respirazione diventa impercettibile.